Oggi racconto io è una piccola rubrica che si apre oggi, uno spazio insolito per esprimersi e raccontare la propria esperienza in Caritas. Tantissimi volontari ogni giorno varcano la porta di via Madonna della Scala, estate e inverno, regalando un pezzettino -che per alcuni è un pezzettone- del proprio tempo: questo spazio è dedicato a loro, senza cui tutto questo non ci sarebbe, se non in maniera molto, molto diversa.
Nicole è una giovanissima volontaria del Centro Educativo che inaugura questo spazio con le sue parole.
Mi è stato chiesto di provare a raccontare la mia esperienza
di volontaria al Centro Educativo della Caritas e sono qui a pensare a
come posso descrivere questo periodo di quasi un anno in cui ho deciso
di dedicare un pomeriggio a settimana a Loro. Loro sono i “nostri” bambini,
quelli che penso abbiano rappresentato, per ognuno di noi volontari, un
fratello più piccolo, qualcuno con cui scherzare, qualcuno con cui giocare come
non facevamo da tempo e un amico che ogni volta non vedi l’ora di ritrovare.
Personalmente tutto è iniziato dalla mia passione per i
bambini e dal desiderio che avevo di sentirmi “utile” in qualche modo e di fare
qualcosa in cui al centro non ci fossi io, ma altre persone. Così a settembre
scorso ho iniziato a venire alla Caritas, a conoscerli, a passare pomeriggi
sulle divisioni in colonna e sull’analisi grammaticale che mi sembrava di non
vedere più da un secolo.
Ogni mercoledì le cose andavano sempre meglio: una volta
oltrepassata la porta d’ingresso il sorriso diventava praticamente d’obbligo e
non perché avessi bisogno di sforzarmi, ma semplicemente perché sentivo di
entrare in un posto in cui qualsiasi forma di disagio e negatività non esisteva
più. I bambini sono sempre riusciti a farmi sentire nel posto giusto, con la loro
straordinaria spontaneità e spensieratezza. Si è subito
creata complicità e siamo diventati davvero un bel gruppo: noi volontari ci
aiutiamo a vicenda per cercare di dare una mano ai bambini a nostra volta.
Probabilmente non siamo l’ideale per quanto riguarda silenzio e concentrazione,
ma penso che la nostra forza sia un’altra: quella di essere sempre tutti
assieme per raggiungere il massimo. E quindi tra lezioni di flauto, tabelline e
verbi, questo periodo è stato davvero bellissimo e allo stesso tempo
costruttivo, dato l’impegno che tutti abbiamo sempre cercato di metterci.
La cosa che mi sono sentita dire più spesso, quando ho
parlato a qualcuno di quello che faccio qui, è stata: “Fai una cosa bellissima,
molti al posto tuo preferirebbero fare altro, avere altri impegni.” ,Bè io non
ho mai pensato di fare qualcosa di straordinario e soprattutto, mi sono accorta
sempre di più che quello che io posso dare ai bambini, in quel pomeriggio a
settimana, non è niente in confronto a quello che mi lasciano loro per il resto
della settimana. I pomeriggi che abbiamo trascorso insieme mi hanno regalato
delle risate infinite, delle emozioni incredibili e una gioia grandissima. Non
c’è stato un mercoledì uguale a quello precedente, ho imparato tanto dai
bambini anche se magari ero io che mi trovavo lì per insegnare qualcosa a loro.
Per non parlare delle soddisfazioni che ti danno dopo che, finiti i compiti,
possono correre a giocare, e della soddisfazione che invece senti per te stessa,
perché realizzi di essere riuscita a spendere veramente bene un po’ del tuo
tempo. Tutta la pazienza che usi con loro, le ore che ti ritagli per sederti
accanto ai bambini o per organizzare un gioco, sono ripagate dai loro sorrisi,
dalla loro felicità nel sapere che, avendo finito i compiti, hanno il resto del
pomeriggio libero, dalle volte che ti regalano un disegno e anche se non sempre
sono opere d’arte li vedi bellissimi, dai momenti in cui ti prendono per mano e
ti trascinano a giocare con loro, da quando ti chiedono semplicemente: “Mi dai
la mano?”, da quando fanno pace dopo aver litigato tra di loro e dal fatto che
stai così bene che non vorresti più andare via. Non penso di offrire chissà che
cosa, ma sono sicura di ricevere tanto. Non lo considero nemmeno un impegno che
può sottrarmi tempo, piuttosto un qualcosa che può farmi vivere momenti speciali.
Inoltre non è vero che in molti non lo farebbero perché al contrario, molti
sono i volontari come me e siamo davvero numerosi considerato il fatto che
siamo tutti ragazzi delle superiori e che allo stesso tempo conciliamo anche lo
studio e altri impegni.
Quest’esperienza è diversa da tutte le altre, così com’è
diverso tutto ciò che puoi guadagnare da essa e che puoi comprendere solo una
volta che hai toccato con mano. Per questo dovrei ringraziare tutti quelli che
fanno parte del gruppo, per questo consiglierei a chiunque di provarci e infine
per questo io penso che continuerò a starci dentro.